Se dovessimo pensare all'estate e al modo migliore per renderla meno calda, la granita siciliana sarebbe la protagonista delle nostre giornate. Ancora oggi, assaporare una granita per i siciliani è una sorta di rito, un momento conviviale e di relazioni sociali dai quali restano escluse calorie e diete. Sai da dove proviene l'originale granita siciliana? Da tempi lontani, quando ancora la Sicilia era sotto la dominazione araba. Ecco tutto quello che c'è da sapere
Storia della granita siciliana: le origini
Dove nasce la vera granita siciliana? La tradizione vuole che si sia evoluta prima sul versante orientale dell’isola per poi “invaderla” interamente da costa a costa. Fin dal Medio Evo, inoltre, esisteva una professione molto particolare, quella dei “nivaroli”. Chi erano? Uomini che durante l’inverno si occupavano di raccogliere la neve sull’Etna, sui monti Peloritani, Iblei o Nebrodi, e tutto l’anno, la conservavano nelle “neviere”, preservandola dal calore estivo, per poi trasportarla sino in riva al mare nei mesi estivi. Forse non ci crederai ma ancora oggi si possono vedere le buche per la conservazione del ghiaccio rifinite in mattone o pietra.
Chi consumava tutta la neve raccolta nei mesi freddi? I nobili locali, patrizi, i quali acquistavano la neve dell’Etna nei periodi di maggiore arsura, per poi conservarla in apposite “case neviere”. Queste ultime erano situate in anfratti naturali e/o in luoghi molto freschi, al fine di mantenere la neve lontano dal caldo.
La neve veniva infine grattata e utilizzata per la preparazione di sorbetti e gelati da degustare nei momenti di afa. Per renderla più gustosa, versavano sopra spremute di limone o sciroppi di frutta o di fiori. Altri gusti? All'epoca la preparavano con caffè, gelsi e mandorle soprattutto perché il territorio era florido di mandorleti.
Preparazione della granita, come è cambiata
La sua realizzazione era diffusa fino ai primi del Novecento con il nome “rattata” (grattata). Nel corso degli anni, la ricetta dello “sharbat” (sorbetto, in arabo) è di molto migliorata: si scoprì di poter usare la neve mista a sale marino: la neve raccolta passò, così, da essere un ingrediente a un refrigerante.
Nacque anche il “pozzetto” una botte di legno con all'interno un secchiello di zinco, che poteva essere girato con una manopola. Lo spazio vuoto veniva riempito con la miscela di sale e neve chiusa da un sacco di juta arrotolato e schiacciato. La miscela congelava il contenuto del pozzetto per sottrazione di calore, e il movimento rotatorio di alcune palette all'interno impediva la formazione di cristalli di ghiaccio troppo grossi.
La preparazione della granita siciliana è unica e riesce a dare una consistenza “a fiocchi” al prodotto. Impercettibile al palato essendo realizzata con acqua, zucchero e frutta, la granita ha sostituito nel corso dei secoli la “rattata”.
Nel corso del XX secolo, la neve è stata rimpiazzata dall’acqua, e il miele con lo zucchero, il pozzetto manuale raffreddato da ghiaccio (o neve) e sale. Grazie alla tecnologia del freddo, il mantecatore, è stato soppiantato dalla gelatiera, consentendo di produrre quell'inconfondibile impasto cremoso, privo di aria e ricco di sapore che, grazie alle sue peculiari caratteristiche, è conosciuto e vantato in tutti il mondo con il nome di “Granita Siciliana”.
Granita siciliana, ricetta originale
Dopo aver parlato della storia passiamo alla ricetta della granita siciliana e lo facciamo iniziando da quella al limone, la più comune e diffusa in ogni provincia. Se ci pensiamo bene, gli ingredienti imprescindibili di ogni granita sono acqua, zucchero e la materia prima responsabile del gusto di turno. Non è incredibile come dalla loro combinazione possano venire fuori tali capolavori? Ecco come fare la granita siciliana in casa.
Ingredienti
- 2 bicchieri di acqua
- 1 bicchiere di succo di limone
- 1 bicchiere e 1/2 di zucchero
- 1 cucchiaino di amido
Preparazione della granita
- Mescolate lo zucchero con l’amido ed unite il succo di limone e l’acqua. Il tutto a freddo.
- Mescolate bene per fare sciogliere lo zucchero. Versate in un contenitore dalle pareti basse e possibilmente d’acciaio.
- Trasferite in freezer e ricordate di mescolare di tanto in tanto.
- Quando si sarà solidificata, potete gustare la granita in due modi: “grattandola” con un cucchiaio o frullandola a pezzi grossi nel frullatore per qualche secondo.
Granita siciliana alla fragola, la ricetta messinese
La granita alla fragola messinese fa parte del patrimonio culinario siciliano. Fate un giro tra le gelaterie dell’isola durante la bella stagione: non potrete non notare, ai tavoli, un’invasione di bicchieri bianchi e rosa (i colori della panna montata e delle fragole, per intenderci) pronti a finire affondati da impazienti cucchiaini. La granita alle fragole è una delle più “scontate” in quanto a gusti, ma non passa mai di moda.
Granita siciliana al pistacchio
La granita siciliana al pistacchio è tra i fiori all’occhiello della pasticceria sicula estiva. Ritrovarsi l’inestimabile oro verde sotto forma di cremoso composto freddo e goloso non ha prezzo, così come non lo ha immergerci il tuppo e portarlo alla bocca. Se siete fan del pistacchio, dovete assolutamente provarla una volta approdati sull’isola, o comunque farla in casa. Non potete neanche immaginare ciò che vi perdereste.
Granita siciliana con il Kit di Sicilyaddict
La ricetta della granita alla fragola con il kit di Sicilyaddict è a prova di principianti. Iniziamo dagli ingredienti:
- Acqua naturale
- Zucchero
- Succo di fragole
Preparazione
- Prendete un contenitore e versate 3/4 di contenuto al suo interno, la restante parte riponetela in frigo. Mettete il preparato in freezer per circa sei ore.
- Trascorse queste, riprendete il composto e mescolatelo bene: ricordate il liquido avanzato?
- Tiratelo fuori dal frigo e versatene un po' in un frullatore. Unite la parte congelata a quella liquida. Frullate tutto e gustate!
La granita siciliana alla fragola è pronta! Versatela nei bicchieri e servitela in tavola accompagnata da una buonissima brioche!
Granita siciliana con il Bimby
Chi ce l’ha, sa che realizzare la granita con il Bimby è un gioco da ragazzi. Non richiede altro che inserire gli ingredienti nel robot da cucina nell’ordine specificato impostando, di volta in volta, le funzioni e le tempistiche richieste per la preparazione. In poche mosse, otterrete il dolce estivo siciliano da poter gustare in una calda giornata di sole. Tutte le granite siciliane si possono preparare con il Bimby, niente paura.
Granita e brioche, come si mangia?
Mangiare la vera granita è un rito: non si può fare di testa propria, verreste subito “scoperti”. Per sapere come mangiare al meglio tale accoppiata, protagonista indiscussa della colazione siciliana tipica in estate, vi diamo qualche dritta.
- La granita con la panna divide. C’è chi la mescola subito creando una goduriosa crema e chi, invece, preferisce gustare i due strati in maniera distinta.
- Nel caso di granita e brioche, invece, il tuppo (ovvero la piccola pallina che sormonta quest'ultima) va intinto nel bicchiere prima di ogni altra cosa. La brioche accompagna la granita dall’inizio alla fine: devono andare di pari passo, insomma.
Le calorie della granita siciliana
Se siete attenti alla linea, vi farà piacere scoprire come le calorie della granita siciliana non siano tali da compromettere la dieta. Non, almeno, gustandola senza panna e senza brioche col tuppo (che per i siciliana è un’eresia, ma va beh…). Dunque:
- una granita alla frutta contiene circa 200 kcal
- una granita alla mandorla contiene circa 250 kcal
- una granita al cioccolato contiene circa 300 kcal
- una granita con brioche contiene circa 500 kcal
Quali sono i gusti tipici della granita siciliana
I gusti della granita siciliana sono pronti ad accontentare tutte le preferenze. Anche se non tutti quelli che si trovano in giro sono tipici, vale la pena conoscerli per andare alla scoperta di un mondo colorato e goloso come pochi altri.
La granita al caffè e quella alla fragola sono specialità tipiche del messinese. In entrambi i casi, la morte loro è essere sormontate da uno strato più o meno spesso di panna. Nel catanese, invece, ad andare per la maggiore sono la granita al pistacchio di Bronte e la minnulata: ovvero la granita alle mandorle arricchita da un cucchiaio di caffè (strepitosa).
La granita ai gelsi è un’altra delle chicche siciliane che si fa a gara ad ordinare durante il periodo di tali deliziosi frutti. La granita al limone è un must.
Curiosità sulla granita siciliana
Se amate scoprire i retroscena legati ai vostri cibi preferiti, dovete assolutamente leggere le curiosità che seguono:
- In un magico territorio, quello delle Madonie (precisamente a Piano Principessa, a 1900 metri sopra il livello del mare) vi è ancora una niviera, l’unica nella quale è possibile fare il gelato come lo si faceva un tempo. È raro trovare un Mastro gelatiere che pratica le tradizioni passate, solo uno lo fa e il suo nome è Antonio Cappadonia.
- Ci sono innumerevoli modi di dire siciliani associati alla granita: "comu ‘na nivera” si utilizza per indicare un ambiente particolarmente freddo e inospitale per gli esseri umani.
- C'è anche una leggenda che riguarda la granita. E' quella legata ad una principessa fenicia di nome Oxiria che arrivò in Sicilia per cercare il suo amato. Al fine di conservare la propria bellezza, sembra proprio che facesse incetta di una miracolosa miscela a base di neve dell’Etna, miele e agrumi canditi. Sembra molto simile alla granita che tutti conosciamo, no? A quanto pare, potrebbe l’elisir della bellezza eterna.
- Sapete che gli unici gusti riconosciuti dai laboratori di pasticceria siciliana sono: mandorla, caffè, cioccolato, limone, fragola, pesca, pistacchio e gelsi? Tutti gli altri sono brutte copie. Un bar che propone la granita non ha bisogno di mostrare il cartello che recita: “Vera granita Siciliana"
- Ultima chicca che vogliamo svelarvi è che, usando la frase "mezza con panna” senza specificare il gusto, ti serviranno esclusivamente una granita di caffè con panna.
- La panna deve essere obbligatoriamente zuccherata con un tocco di vaniglia (niente panna vegetale) e può essere mangiata in soli due modi, ma questi te li abbiamo già svelati sopra.